La penultima settimana di ottobre a Melfi si onora una delle squisitezze che le terre della Basilicata offrono, con la Sagra della Varola. Geograficamente elette, le terre del Vulture-Melfese, infatti, restituiscono produzioni di pregio, rinomate e ricercate. Tra campi di frumento, orzo e altri cereali, il potentino abitua a fantastiche distese di chiare colture, alternate a rigogliose aree boscose. Qui, fitti castagneti regalano le loro prelibatezze naturali.
Il Marroncino di Melfi rientra tra i frutti preziosi del territorio e si presenta con le caratteristiche striature sul pericarpo lucido. Protagonista e comprimaria di deliziose preparazioni, dai marrons-glacés alle salse di contorno, dal castagnaccio alla birra, la castagna di Melfi è al centro di uno degli eventi più interessanti a carattere gastronomico, del Sud Italia. Per le sue qualità, la Varola melfese si è guadagnato il marchio IGP (indicazione geografica protetta), assegnato a livello europeo, che certifica le caratteristiche e l’origine geografica. Con una lunga storia che si tramanda e secondo cui il frutto sarebbe stato introdotto dal Federico II di Svevia dalla Turchia, il ricercato prodotto naturale è il principale ospite della bellissima Sagra della Varola, da ben oltre mezzo secolo appuntamento cardine dell’autunno melfitano.
Il centro storico del paese basilisco si tinge di storia, di musica e di gusto, migliaia di persone ogni anno accorrono da ogni dove per godere delle atmosfere festose e delle danze folkloristiche, delle bontà preparate negli stand, tra cui le oramai imprescindibili caldarroste (preparazione delle castagne, che vengono cotte all’interno di una padella forata, sul fuoco), i formaggi, i salumi ed i vini, dove a farla da padrone è il fascinoso Aglianico del Vulture.