Rocca Janula è un silente edificio dallo stile sobrio e dall’aspetto centenario. Guardiano della città di Cassino come del Monastero di Montecassino, e per secoli costruzione primaria della signoria nella Terra di San Benedetto, la torre ha visto succedersi dominazioni e ricostruzioni.
Il nome Janula riporta, secondo alcune fonti, ad una piccola porta per Montecassino, mentre la costruzione avvenne nella prima metà del 900 ad opera dei monaci benedettini per la protezione del territorio. Questo elemento porta a ritenere che la rocca, già nella prima conformazione a pianta quadra e della quale non vi è traccia perché ricostruita successivamente (XII secolo), non fosse adibita ad abitazione, bensì raccogliesse le sole esigenze di vigilanza e difesa, potendo contenere sino a duemila persone. La spinta saracena del IX secolo, infatti, diede impulso ad una diffusa opera difensiva delle aree interne nel Sud Italia. Il complesso articola in due corti, grande e piccola, attorno alle quali si sviluppano i fabbricati; qui, le architetture ammaliano lo sguardo, la chiesa mariana e le sottostanti volumetrie ipogee sono intriganti, le torri, d’angolo e federiciana, danno sicurezza e si ergono imponenti.
Rocca Janula ha acquisito le ultime fattezze a seguito del restauro conseguente al danneggiamento della Seconda guerra mondiale, quando condivise l’infausto destino della città di Cassino e dell’Abbazia di Montecassino, e riaperto il portone al pubblico solo nel 2015. Gli eventi bellici ne avevano, difatti, ridotto in macerie buona parte, sopravvivendo solo la torre federiciana e alcune porzioni abitative, interne alle mura (anch’esse duramente provate).
La sua solitaria esistenza è stata interrotta quando nei pressi del presidio militare è stato installato il Monumento della Pace di Umberto Mastroianni, monito alle future generazioni perché queste non ripercorrano la nefasta parentesi di storia del luogo. Il panorama che si gode dal forte si estende sul borgo cassinate e sulla vallata, donando alla vista uno scorcio di Lazio del frusinate che non stanca mai di essere osservato.