La Rocca di Roccascalegna è una fortezza che si innalza su di uno sperone roccioso; la sua figura fiera e austera appare come la scena di un film in costume ambientato nel Medioevo. In effetti, conta anche un’apprezzata presenza nella fiction Il nome della rosa, basato sul celebre scritto di Umberto Eco. La bellissima struttura si raggiunge a partire dalla chiesa di San Pietro, risalendo una gradinata, frutto del terrazzamento del pendio roccioso.
Il fortilizio di difesa della valle formata dal torrente Rio Secco, così come fu edificato dai Longobardi, si componeva di un semplice avamposto, eretto nel VI secolo. Considerata il favorevole posizionamento nel teatino, dalla dominazione Normanna in poi venne il maggiormente fruito e modificato in castello. L’opera di ampliamento, così, si data attorno al periodo che intercorre tra XI e XII secolo. Oggetto di rimaneggiamenti ed opere di maggiorazione delle volumetrie sino al 1700, La Rocca fu a metà degli anni Ottanta del secolo scorso donata al comune di Roccascalegna, che ne commissionò il restauro. Già nel XVI furono riorganizzate le difese murarie, potenziandole, e dotato il castello di una ulteriore torre rispetto alle preesistenti. Queste ultime, sempre durante il periodo, furono rafforzate. L’ultimo elemento rappresenta il punto più alto della Rocca di Roccascalegna si articola in tre piani.
Oggi le torri, inclusa quella angioina, sono visitabili, così come quella che fa da corpo di guardia ed i locali carcerari. Il bellissimo forte è parte della storia del borgo abruzzese, accompagnandone l’evoluzione sino agli anni dell’unificazione d’Italia, quando i moti rivoluzionari del brigantaggio divisero le genti del tempo. Ora il solitario maniero ha esaurito la sua funzione militare, si lascia visitare e permette la visione degli sterminati territori che si stagliano tutt’attorno. Dal castello di Roccascalegna, il panorama si estende dalla Valle del Sangro, sino ai territori del massiccio della Maiella.