Nel ventre della Cattedrale di Santa Maria Assunta e San Canio Vescovo, ad Acerenza, trova dimora la cripta sotterranea del duomo. Mentre la chiesa ospite è originaria del 1059 d.C. e poggia su una costruzione di culto paleocristiana, la cripta è stata ristrutturata nella prima metà del 1500 d.C. ad opera delle famiglie Ferrillo e Balsa.
Formata da una stanza contornata di quattro colonne ornate di bassorilievi che ne dividono le tre navate, al suo interno contiene affreschi, dipinti e sculture ornamentali dal velo misterioso e si posiziona al di sotto dell’altare maggiore. I dipinti, dal particolare sapore arcano, sono stati realizzati da Giovanni Todisco da Abriola, ma ciò non è ancora stato del tutto accertato.
Vi sono raffigurati i Magi in Adorazione, Santa Margherita di Antiochia che sopraffà un drago (nella tradizione slava questo è incarnazione del Diavolo), San Matteo nella scrittura di un libro con un angelo che glielo affida, Sant’Andrea con la croce del martirio. Si tratta, è cosa di primissimo piano, di Santi che non appartengono alla Basilicata, essendo questi venerati prevalentemente nell’est Europa.
Le volte della cripta, affrescate di figure apostoliche, Dottori della Chiesa e Fondatori degl’Ordini, ammirano l’altare custodito in una volta a botte, recante gli stemmi araldici della famiglia Ferrillo e guardia del Cassone di San Canio cenotafio della stessa.