Poste a difesa della città antica di Melfi, le porte e la cinta muraria furono una efficace fortificazione che si sviluppa sul bordo della piana sulla quale poggia il paese. Benché fortemente colpite dal sisma del 1930, è ancora possibile ammirare parte delle mura, le magnifiche strutture all’interno delle quali furono ricavate le porte di ingresso al borgo.
Le costruzioni murarie, di forma irregolare per adattarsi all'andamento del terreno, erano originariamente più alte e possenti, ma subirono modifiche nel corso del tempo, soprattutto a causa dell'introduzione delle armi da fuoco. Tuttavia, conservano ancora oggi un aspetto imponente, con tratti ben conservati e numerose torri, sia a base quadrata che circolare.
Lungo la cinta si aprivano diverse porte, che permettevano l'accesso alla città. La più celebre e meglio conservata è Porta Venosina, così chiamata perché da essa partiva la strada per Venosa, in direzione verso la Via Appia. Questa porta, di origine normanna ma ristrutturata durante la dominazione degli Svevi e dei d’Aragona, è caratterizzata da un arco a sesto acuto e da due imponenti bastioni a sezione cilindrica; su di essa, campeggia lo stemma antico di Melfi. Le altre porte, purtroppo, sono andate distrutte o sono state inglobate in edifici successivi. Tra queste, Porta Troiana, nei pressi della cattedrale e che resiste in piccola parte, Porta Bagno, che conduceva al borgo dei mercanti, e Porta Sant'Antolino, che si apriva verso la natura della Basilicata del potentino. Porta Calcinaia è la più vicina al castello, di recentissima ricostruzione sulla scorta delle tracce tardo-ottocentesche.
La porte e cinta muraria di Melfi rappresentano un importante esempio di architettura militare medievale e costituiscono una testimonianza preziosa della storia della città e della sua valenza strategica durante il Medioevo. Con la loro maestosità e la loro bellezza, le architetture del borgo continuano ad affascinare i visitatori.