La grotta del Cavallone è uno dei segreti della Maiella, che ne è scrigno ricco, aprendosi all’interno delle sue forme per oltre duemila metri.
La natura del territorio di Lama dei Peligni è senz’altro prodiga di bellezze e luoghi da esplorare, la cavità che si estende nel massiccio è una di queste e prende il nome dalla antica denominazione della vallata e per un ulteriore aspetto. Se precedentemente era chiamata valle Cavallo, la grotta completa visivamente la sua opera in questo senso, essendo posizionato l’ingresso in prossimità dell’occhio dell’animale che la roccia ricorda.
Le concrezioni che impreziosiscono le sale, gli ambienti più ampi della grotta del Cavallone, formano incredibili andamenti sulle pareti e sui soffitti, per oltre milletrecento metri esplorati e visitabili.
La grotta ha assunto un secondo nome da quando il poeta Gabriele D’Annunzio vi ha ambientato le scene della sua tragedia omonima, La figlia di Iorio, connotando anche di fascino poetico la meraviglia naturale abruzzese.
Grotta del Cavallone
Lama dei Peligni (CH)Cavità naturale visitabile, deve il nome alla posizione all'animale che ricorda la roccia nella quale è scavata, essendo posizionata all'altezza dell'occhio.
Concrezioni naturali nella Grotta del Cavallone, a Lama dei peligni
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