Le forre del Titerno, situate nel cuore dell'Appennino campano, rappresentano un ecosistema di straordinaria bellezza e valore naturalistico. Questo complesso di gole e canyon è stato modellato nel corso di millenni dall'azione erosiva del fiume Titerno, che ha scavato il suo letto attraverso le rocce calcaree, creando paesaggi spettacolari.
Il fiume Titerno, che scorre impetuoso attraverso le forre, è alimentato da sorgenti carsiche e dalle precipitazioni che cadono sul bacino idrografico. La portata del fiume varia stagionalmente, con picchi durante i periodi di pioggia intensa e minimi nei mesi estivi. Le acque del Titerno sono di elevata qualità, grazie alla scarsa antropizzazione del territorio e alla presenza di aree protette. Cusano Mutri, nelle cui terre sorgono, conta alcune delle gole più suggestive del Sud Italia, così rappresentando una delle mete più intriganti della Campania.
La formazione delle forre è strettamente legata alla geologia del territorio. Le rocce calcaree, prevalenti nella zona, sono infatti soggette a fenomeni di carsismo, che hanno contribuito alla creazione di grotte, cavità e formazioni rocciose suggestive. L'azione combinata dell'acqua, che ha eroso e dissolto la roccia, con i movimenti tettonici, che hanno sollevato e fratturato le masse rocciose, ha dato vita alle profonde gole che caratterizzano il paesaggio. Le principali create dall’erosione fluviale sono le forre di Lavello, come pure sono conosciute, a cui si giunge per mezzo di un sentiero segnato da splendide grotte carsiche (in particolare la Grotta Chiusa), le gole di Caccaviola, ove è presente un percorso avventura ed è possibile praticare trekking e visitarle verticalmente con imbracatura, e di Conca Torta. Queste ultime sono situate lateralmente ad una porzione del centro storico di Cusano Mutri, dove l’altura del borgo antico incontra il Monte Calvario e come per le forre di Caccaviola, sono visitabili aiutati dalle guide, con imbracatura.
Un paesaggio naturale di enorme pregio e per il viaggiatore più intrepido, anche un’occasione per calarsi all’interno delle gole.
Le forre del Titerno ospitano, inoltre, una ricca biodiversità, con specie vegetali e animali adattate alle condizioni ambientali dell’area. La vegetazione è caratterizzata da una flora tipica delle zone rupestri, come felci, muschi e licheni, che trovano rifugio nelle fessure delle rocce e nelle zone umide. Le pareti rocciose offrono habitat ideali per rapaci come il falco pellegrino e il gufo reale, mentre il fiume e i suoi affluenti sono popolati da specie ittiche autoctone.
La tutela delle forre del beneventano è fondamentale per preservare il patrimonio naturale. L'istituzione di aree protette, come il Parco regionale del Matese, ha difatti contribuito a salvaguardare l'ecosistema e a promuovere la fruizione sostenibile del territorio.