Festa dell'Uva di Riccia. L’appuntamento settembrino all’insegna del divertimento e della spensieratezza, oramai evento consolidato nel tempo, nasconde origini risalenti e storicamente interessanti. Già in uso, la tradizione di festeggiare la bacca del vitigno durante il periodo fascista ed a partire dal 1930, venne istituita come Giornata dell’uva dal sottosegretario al Ministero dell’Agricoltura Arturo Marescalchi.
Successivamente, l’allora Presidente del Consiglio dei ministri del Regno d’Italia Benito Mussolini, ne variò il titolo in Festa dell’uva e ne accrebbe l’importanza facendone festeggiamento nazionale.
La stessa istituzione ha un retroscena economico, attraverso la festa, infatti, si mirava ad incrementare la produzione vitivinicola per ottenere maggiore esportazione del bene. Stante la forte crisi del settore, l’orientamento governativo, sebbene di base contrario all’assunzione di alcolici, fu quello di stimolare il consumo di vino e uva da tavola celebrando le virtù terapeutiche e nutrizionali.
Ulteriori motivazioni propagandistiche muovevano, inoltre, la scelta di incentivare il momento aggregativo popolare, ossia quelle di fornire un’immagine di partito interessato al recupero delle tradizioni e dei processi preindustriali, ambendo questo ad ottenere il favore nei ceti agricoli.
Profondamente legata al folklore del paese, la Festa dell’uva di Riccia e la sfilata dei carri allegorici veste di tradizione e di musicalità le vie ed ogni anno attrae un numero notevole di turisti.