Anagni città dei Papi e dello Schiaffo. Anagni, per aver visto avvicendarsi quattro dei sommi pontefici della Chiesa cattolica, si è guadagnato l’appellativo di “città dei papi”, ma il legame con la massima autorità ecclesiastica non si arresta a questo, essendo la città del frusinate celebre anche per un ulteriore vicenda storica. Innocenzo III, Alessandro IV, Gregorio IX e Bonifacio VIII, furono i vescovi di Roma legati al centro del frusinate. Papa Bonifacio VIII, al secolo Benedetto Caetani, fu certamente un personaggio controverso, a tratti indigesto ed inviso agli ambienti francesi.
La controversia nata con i membri della Curia, con i cardinali Pietro e Giacomo Colonna, non giovò alla sua immagine considerata la reazione di scomunica dei due appartenenti alla nobile famiglia ed il processo che ne seguì a suo carico. La cattura del papa e la prigionia rappresentarono il momento di più acuta sottomissione dello stesso, oltraggiato da ingiurie e – si dice – percosse. La circostanza rimase dunque impressa nella storia come Schiaffo di Anagni (tanto morale, quanto forse fisico) e comportò il trasferimento della sede papale nella città di Avignone (nota come cattività avignonese); la rilevanza fu tale da meritare la menzione nella Divina Commedia di Dante Alighieri e da esser rievocata ogni anno nel paese laziale. Le tensioni tra Filippo Il Bello e Papa Bonifacio VIII, giunte al loro culmine, portarono al rapimento del religioso da parte del re francese, ad opera di Guglielmo di Nogaret e Sciarra Colonna. L’intento era quello di portare in Francia il papa e processarlo, suggellando così la preminenza del potere temporale su quello spirituale. Anche se fu in seguito liberato, Bonifacio VIII morì all’incirca un mese dopo l’avvenuto.
Le ingiustizie che il papa dovette subire furono sintetizzate nello “Schiaffo di Anagni”, episodio che oggi viene rievocato in un evento seguito molto seguito del paese laziale.