Il monastero rappresenta uno delle più risalenti comunità dell’Ordine francescano; l’edificio originario, fatto erigere nel 1321 da Aquilina di Monteserico, è ancora oggi uno dei luoghi più interessanti da visitare di Genzano di Lucania. Informato alla regola che reggeva il monastero di Santa Chiara di Napoli, prende posto di fianco ad una chiesa di origine longobarda (di cui custodisce un frammento di affresco), dedicata a San Giovanni Battista, in uno dei punti paesaggisticamente più suggestivi del paese basilisco, sul perimetro esterno del borgo antico con un gradevole affaccio sulla vallata al di là del promontorio.
La struttura, nel corso del tempo, ha subìto lavori di ricostruzione, ripristino ed adeguamento, mantenendo un aspetto sobrio e di grande ispirazione religiosa.
La chiesa, inizialmente edificata con l’ingresso orientato verso la Terra Santa, con le opere cinquecentesche di ampliamento (seguite da ulteriori interventi seicenteschi) è stata modificata facendole assumere le forme oggi visibili nella facciata dai conci irregolari, dalle tre finestrature, dal portale rinascimentale, e negli interni. L’ambiente che si schiude al visitatore varcato l’ingresso è luminoso, comunica un forte senso di intima interiorità e si apprezza architettonicamente per la pianta ottagonale che caratterizza l’unica navata.
Gli ambienti sono contraddistinti da elementi ornamentali di ispirazione barocca, rinvenienti da lavori eseguiti durante il Settecento, l’altare maggiore mostra decori di piacevole veduta, dai toni del turchese, amaranto e del verde intenso, contornati da colori dorati.
Nella sua storia, il monastero accolse la comunità religiosa sino agli inizi del Novecento, periodo in cui le ultime suore dell’Ordine di Santa Chiara lasciarono la struttura, che seguì la sorte dell’abbandono dopo l’adibizione a svariate finalità civili. Molte sono le iniziative volte al recupero della chiesa e del monastero, di grande pregio storico, culturale, e Luogo del cuore FAI della Basilicata nel 2022 grazie alla iniziativa dell’Associazione dell’Annunziata coordinata dall’arch. Nicola Maria Menchise dai cui illuminanti interventi è stato tratto il testo che si legge, sia dell’antico organo liturgico presente all’interno.
Di preziosa visione sono, inoltre, i rinvenimenti offerti in mostra, che comprendono un ostensorio del XVIII secolo, porzioni di un antico tabernacolo, l’argenteria sacra.