Il santo teatino, vescovo della diocesi, è venerato nella cattedrale e luogo di culto principale di Chieti, ove riposano le sue spoglie mortali. La struttura si ritiene risalire al V secolo, sebbene le fattezze attuali siano il risultato di rimaneggiamenti e ripristini occorsi nel tempo. A causa delle distruzioni che si sono verificate nel Medioevo, infatti, l’area che oggi accoglie la cattedrale è stata caratterizzata da diverse costruzioni, culminate nelle forme odierne dettate dal restauro novecentesco. La caratteristica facciata, con il portale principale arretrato e posto di fianco alla torre campanaria, si contraddistingue per la splendida scalinata e per il mosaico che raffigura i santi Giustino e Tommaso ai lati del Cristo, dedicatari della chiesa in epoche diverse. Il campanile è diviso in sezioni, appartenenti a momenti diversi, la cui base è datata al XI secolo, la cui cuspide che sovrasta la porzione contenente le campane omaggia quella della cattedrale di Atri, a pianta ottagonale.
Gli ambienti monumentali a cui si accede varcato il portone sono ampi, di respiro interiore accentuato, ornati senza eccessi e senza intaccare l’aura di purezza che ammanta la cattedrale. La volta romanica riprende la vita di Maria di Nazareth e di Giustino, vescovo e santo a cui è intitolata la chiesa.
Al di sotto del luogo di culto, anch’essa in stile romanico, è presente una cripta che gli ultimi restauri, che hanno permesso il ritrovamento di alcuni affreschi, ha visto perdere le decorazioni barocche in favore di una più sobria rivisitazione; dalla stessa è possibile accedere all’oratorio dell’Arciconfraternita del Sacro Monte dei Morti, all’interno del quale è possibile ammirare la pala raffigurante la Vergine col Bambino, oltre alla Passione di Cristo ed alle opere scultoree, che impreziosiscono la cappella.