La Cattedrale di Acerenza si erge nella piazza principale del centro storico e si pone come monumento a testimonianza della storia del borgo, con il suo passato di crocevia romanico e di sosta per i cavalieri che si recavano in Terra Santa per le Crociate.
Il duomo poggia sulle rovine di una chiesa paleocristiana che già ospitava in se un tempio romano intitolato ad Ercole Acheruntino a cui il borgo basilisco si dice debba il nome. I primi lavoro di edificazione del luogo di culto vedono la luce intorno alla prima metà dell’anno 1000 d.C., mentre una prima ricostruzione già avviene sulla fine del 1200 d.C. momento in cui assume una prima parvenza dell’attuale struttura, di ispirazione romanico-gotica.
Nel 1524 d.C., i conti Ferrillo – Balsa iniziarono il restauro finale della chiesa, alla quale vennero aggiunti i due campanili dalla pianta quadra e situati uno a ridosso del portale di sinistra (sacrificato per questo) ed uno di fianco al portale destro a sostituzione delle torri campanarie crollate a seguito del terremoto del 1456 d.C.. Dei lavori beneficia la cripta sottostante l’altare principale, che riporterà una vasta simbologia ancora oggi oggetto di studio. La cattedrale, dedicata a Santa Maria Assunta e San Canio, si mostra al visitatore come un edificio austero, dal sapore misterioso e dal fascino monumentale.
Una breve analisi della struttura del duomo, notevole fusione tra stile romanico-gotico e romanico pugliese, rivela talune particolarità. Il portale inserito sul precedente esistente, sotto un protiro profondo e molto decorato, elemento romanico pugliese, reca su di se statue dai toni forti, aventi il compito di esortare il pellegrino a lasciar fuori il peccato. Gli stemmi della famiglia che ha nuovamente donato lustro al capolavoro campeggiano tra il portale ed il rosone. All’interno, il capocroce è invece elemento gotico ed in comune solo con altre due chiese che condividono buona parte della planimetria della Cattedrale di Acerenza, SS. Trinità a Venosa e San Paolo ad Aversa.
Le pareti, tra le tre navate segnate dalle dieci colonne, sono ornate da statue settecentesche, dipinti risalenti al Rinascimento ed affreschi ottocenteschi e conducono all’altare maggiore, alle cui spalle le vetrate raffigurano i santi Maria Assunta e Canio, San Paolo, San Pietro e San Mariano. Al di sotto della chiesa trova posto la cripta, restaurata a metà ‘500 e fascinoso luogo dall’arcano manto, che secondo alcuni sarebbe custode del Sacro Graal, secondo altri costituirebbe un omaggio al padre della Contessa Balsa (moglie del conte Giacomo Alfonso Ferrillo), il conte Vlad III di Valacchia (qui solo collegamento sulla Balsa).
L’ambiente quadrato intervallato da quattro colonne è impreziosito da affreschi rinascimentali attribuiti a Giovanni Todisco da Abriola dei Santi Andrea e Girolamo, l’Adorazione dei Magi e la Donna dell’Apocalisse, gli Apostoli. In alto, i ritratti dei Conti Ferrillo – Balsa vegliano sull’altare e sulla nicchia che ne ospita il sepolcro.
Tra i monumenti più importanti della Basilicata, questa incantevole cattedrale lucana stupisce per bellezza ed eleva il monte sul quale siede la città di Acerenza.
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