Castello di Melfi

Melfi (PZ)

Fortezza normanna melfitana dalle dieci torri e custode del Sarcofago di Polla. Il Castello di Melfi è sede del Museo archeologico nazionale del Melfese e luogo dove nel 1231 fu promulgata la Costituzione di Melfi.

Castello di Melfi, fortilizio normanno e sede del Museo archeologico nazionale del Melfese

Il castello di Melfi è una delle strutture più interessanti architettonicamente tra quelle che il territorio della Basilicata potentina custodisce. Il maniero, in particolare, deve la sua particolarità alle dieci torri e per l’evoluzione della pianta nel tempo. La fortezza ha origine normanna, strategicamente inserita nella zona perché crocevia tra Campania e Puglia, fu sfondo di concili e sinodi di grande importanza storica. I locali del castello, infatti, furono teatro della promulgazione delle Costituzioni di Melfi, leggi emanate da Federico II nel 1231, traccia della cultura dell’epoca e carta fondamentale del Regno di Sicilia. In occasione dell’acquisizione, la struttura fu oggetto di restauro, che pose le basi per i lavori del periodo successivo. La dominazione dei d’Angiò, che successero agli Svevi, portò al rinnovamento del forte, che accrebbe le sue volumetrie e divenne stabile dimora di Maria d’Ungheria, moglie di Carlo II e regina consorte di Napoli.

Il castello di Melfi fu capace di resistere ai terremoti di metà 1800 e 1930 e ancora oggi mostra il suo originario impianto medievale nonostante il recente passato di residenza nobiliare. Disponeva di quattro portali di ingresso, due dei quali sono stati murati nel tempo, mentre uno di questi non è più in uso. L’unico sopravvissuto, è opera della famiglia dei Doria e si apre sull’abitato del paese, consentendo l’entrata oltrepassando il ponte, non più levatoio. La famiglia nobile entrò in possesso del palazzo nel 1531, quando Carlo V d’Asburgo lo concesse ad Andrea Doria, ammiraglio della marina della Repubblica di Genova.

E’ sede del Museo archeologico nazionale del Melfese, contenitore della maggior parte dei ritrovamenti dell’area Vulture-Melfese, ove è possibile ammirare i dipinti delle signorie della zona ed il Sarcofago di Rapolla, riccamente istoriato e recante un particolare bassorilievo dell’ingresso dell’Ade. Istituito nel 1976, l’esposizione comprende rinvenimenti che vanno dalla Preistoria al Settecento ed è intitolato a Massimo Pallottino, storico ed apprezzato etruscologo.

Corte interna Castello Melfi
Corte interna Castello Melfi

Sarcofago di Rapolla
Sarcofago di Rapolla

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