Originariamente formato da una struttura a pianta quadra di costruzione normanna, il castello di Bernalda, in Basilicata, così come oggi ancora veglia sul borgo basilisco, è il risultato della sua lunga storia. Nel tempo, infatti, a seconda della dominazione e della proprietà dello stesso, questi veniva modificato per le esigenze, talvolta sopprimendone alcune porzioni, come nel caso della quarta torre.
I torrioni angolari sopravvissuti sono diverse tra loro per forma e costruzione, appartenendo quella cilindrica al periodo romanico, l’elemento a sezione quadrata alla dominazione normanna e la torre a base troncoconica ai d’Angiò. Come le fattezze esterne, anche gli ambienti interni sono risultato di evoluzioni e rimaneggiamenti orientati, in ultimo, a rendere il castello una residenza signorile.
Come molto spesso accade, i manieri sono ammantati di leggende, di aneddoti, che alle volte prendono spunto dalla realtà. Si narra, che una delle famiglie che ebbero il possesso del luogo avesse nascosto un ingente ammontare di averi, un vero e proprio tesoro, nel castello, e che l'unico modo per venire a capo dell'esatta ubicazione fosse sacrificare un fanciullo. Dal momento che nessuno si è mai spinto sino ad un gesto così a tinte macabre, il tesoro si direbbe essere ancora lì... ed in buona compagnia, anche.
Un'altra storia cammina sul tracciato di un dramma familiare e che avrebbe visto una delle molte figlie, la più bella, di una ricca donna della famiglia Micca, proprietaria del fortilizio, venire rapita da una zingara che l'avrebbe allevata come propria.
Il fortunoso ritorno al paese di Bernalda sarebbe poi avvenuto durante il funerale della nobile, momento che coincise con la scoperta delle origini della fanciulla. Con la dipartita, si profilò un'attesa nelle mura del castello che dura sino ad oggi e che - è leggenda - terminerà con il ritorno della ragazza.
Il paesaggio che si gode è immenso, profuma di Basilicata, il maniero comunica solidità e guarda alle terre con fierezza.