Il borgo di Apice Vecchio era posizionato sul passaggio della via romana Appia, su di un colle affacciato sulla valle, sul cui territorio erano presenti alcune opere di incastellamento, una delle quali ancora oggi sopravvive, poiché strategicamente rilevante. Il castello dell’Ettore, infatti, è giunto ai tempi odierni in una veste di grande splendore.
Le terre del paese campano sono ricche, floride, bagnate da fiumi e torrenti (Calore Irpino, Ufita, Miscano), hanno reso l’esistenza del borgo a sua volta prospera sino al Novecento. Il sisma del 1962 ha decretato un primo, sebbene parziale, spopolamento di Apice; a questo è seguito un secondo e forse più noto terremoto, quello del 1980, che ne ha comportato l’inagibilità dei fabbricati ed il trasferimento della popolazione nella nuova realtà abitativa costituita a valle.
Oggi è possibile visitare alcune vie di Apice Vecchio, osservarne le architetture vinte dagli eventi solo nella struttura e non nello spirito, dai palazzi storici alle chiese, in un itinerario che lascia senza fiato attraverso questo luogo dal tempo cristallizzato.