Minturnae fu una delle città degli Ausoni, costituente la Pentapoli aurunca, con cui alcune città del popolo italico degli Aurunci si federavano tra loro. Sostenitrice dei popoli latini e dei Sanniti nella guerra contro Roma, la città di Minturnae venne distrutta durante la seconda guerra sannitica, e ricostruita dai Romani come propria colonia affacciata sul mare. La vita del centro laziale prosperò sino alla venuta dei Longobardi, che ne attaccarono l’abitato e ne rasero al suolo gli edifici. Oggi, nell'area archeologica di Minturnae sopravvivono alcune porzioni delle strutture che testimoniano lo splendore romanico del tempo, essendo la città posizionata sulla via Appia e, dunque, commercialmente rilevante. Un tratto del sistema viario, costituito da pavimentazione ricavata da blocchi di lava basaltica, è visibile nell’area archeologica, assieme ai resti del foro repubblicano e del complesso termale, risalenti al II secolo a.C., e dell’acquedotto.
Il Capitolium, imponente tempio italico eretto con le fattezze di quello presente a Roma e dedicato a Giove, anch’esso riconducibile al II secolo a.C., è visibile in alcune sezioni delle murature e del colonnato esterni, oltre a parti delle divisioni interne.
Area archeologica di Minturnae
Minturno (LT)Minturno, una delle realtà della Pentapoli aurunca, in seguito colonia romana, offre oggi uno spaccato della sua importanza attraverso le strutture giunte ai giorni odierni ed ai ritrovamenti, esposti nell'antiquarium del comprensorio.
Minturnae, città della Pentapoli aurunca
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