Villa Lante, Manierismo a Bagnaia. La frazione storica di Viterbo, un tempo importante sosta sul percorso della Via Francigena, oggi rappresenta, idealmente, uno stacco dalle fatiche di un viaggio tra architetture prive di emozione a cui spesso (troppo) si assiste. Tra i momenti di pregio costruttivo, che nella Tuscia non mancano di avvolgere in atmosfere intense, figura Villa Lante, chicca dello stile manierista. Leitmotiv di questo tuffo nelle linee armoniche delle strutture, una buona dose di geometria.
Villa Lante, Manierismo a Bagnaia
Il complesso cinquecentesco si sviluppa attorno all’idea di giardino all’italiana, luogo di spensieratezza e di raccoglimento, centrale – pure fisicamente – rispetto alla pianta del luogo, ai cui lati si innalzano i casini. L’interazione tra natura, è agevole comprendere, è tale da rendersi quasi tangibile ed i due ambienti, verde e residenziale, sostengono vicendevolmente un concetto di continuità. Se da un lato, infatti, l’architettura nel pensiero classico era considerata quasi un’estensione della natura, a partire dall’esperienza romana imperiale, i giardini iniziano ad avere una diversa connotazione. L’area viene modificata perché l’uomo ne tragga beneficio, ponendo le basi per gli sviluppi delle epoche successive.
Il giardino all’italiana di Villa Lante
Il giardino all’italiana è un perfetto esempio dell’interazione in menzione; la sua struttura rigorosamente geometrica, in cui le aiuole compongono temi ordinati contornate dalle siepi e costellate dalle fontane disposte secondo un preciso schema, si integra con gli edifici, in armonia.
Il parco di Villa Lante a Bagnaia non tradisce la sua vocazione ricreativa e di rappresentanza, creando uno spazio interattivo, dove i giochi d’acqua e le piante disegnano percorsi e scorci da vivere. Pensiamo ai pomeriggi della vita di alcuni secoli fa, quando la tecnologia non mediava la realtà e le emozioni dovevano essere conquistate, colte come fiori, in questo paradisiaco cammino verdeggiante discorrere senza fretta e contare le specie floreali diverse doveva essere un passatempo di non poca piacevolezza.
La villa deve le sue pregevoli forme alla committenza del cardinale Gianfrancesco Gambara, che scelse di far intervenire l’architetto Jacopo Barozzi da Vignola, noto come “Il Vignola”, perché donasse un gusto riconoscibile a locali ed esterni. Il nome della tenuta, invece, si deve alla famiglia nobile dei Lante Montefeltro della Rovere, il cui esponente Ippolito, duca di Bomarzo, l’acquistò nel Seicento. Ne affidò poi i giardini a Pietro Berrettini (anch’egli noto con altro appellativo, Pietro di Cortona), perché ne massimizzasse il fascino, dando un tocco rinascimentale.
Le fontane
I giochi d’acqua di Villa Lante stupiscono per innovazione e cura delle arti, in un’esperienza visiva che lascia senza fiato e contribuisce ad alimentare l’idea di gioiosa distrazione. All’interno del giardino si possono contare sei fontane principali ed altre di minore carattere, sempre gradevoli. La Fontana dei Mori incanta, sorretta, nella sua vasca principale, da quattro figure umane, fa il paio con quella dei Giganti, due. Le rappresentazioni del diluvio, da ammirare, sono al centro dell’omonima fontana, contraddistinta da un’ampia vasca. Fontana di Pegaso e quella dei Delfini hanno a soggetto rappresentazioni animali, mentre quella dei Lumini zampilla acqua da piccoli elementi.
Architetture di Villa Lante di Bagnaia
L’impianto si estende attorno ad un asse centrale che dal giardino segue il suo corso sino a giungere alla Fontana del Quadrato. Qui attorno, si godono le allegorie celebrative della famiglia che iniziò la costruzione del villino e si giunge dinanzi alle due palazzine, pressocché identiche tra loro.
Palazzina Gambara è quella più risalente tra le due ed è caratterizzata da una facciata che nella sua sobrietà non rinuncia alle finestre inserite in timpani morbidi ed al contempo disegnati da linee nette. Splendido il loggiato, da cui si vive una veduta sul giardino senz’altro appagante.
Palazzina Lante, suggerisce una maggiore tendenza alla decorazione e risale al secolo successivo. Caratterizzata da una scalinata articolata in due rampe per accedervi, mostra una facciata che conduce lo sguardo al portale che contiene l’ingresso, al di sopra del quale si apre un balcone. Ciò che accomuna i due casini è un sistema di logge a sostegno del piano nobile, oltre ad essere verticalmente completate da un torrino che si erge oltre il tetto spiovente. All’interno entrambe le case deliziano per pareti e volte affrescati.
Il Manierismo a Bagnaia – Diario di Viaggio
“Labirintico, il giardino della Villa Lante di Bagnaia sa distrarre dai pensieri più articolati e cullare in una dimensione di pace e leggiadria. Al termine delle geometrie verdi si ergono le due palazzine, a cui si accede in uno slalom di fontane dalla costruzione affascinante. I casini prendono il nome dei loro committenti, rispettivamente Gambara (cardinale) e Lante (Montefeltro della Rovere), attestandosi l’uno a copia dell’altro, pur se custodi di alcune diversità nelle soluzioni decorative e negli affreschi che li impreziosiscono.
Le linee, le proporzioni, giocano con lo sguardo, che nella grazia delle rigorose armonie trova un rasserenante compagno con cui occupare il tempo.”.
Scopri altri articoli dell’Autore.
Visita il sito dell’Autore.