Santuario di Santa Maria delle Armi, leggende di Calabria a Cerchiara. Le leggende della Calabria sono innumerevoli, è una terra dal passato ricco e lo scorrere del tempo ha lasciato tracce indelebili nei racconti e nelle architetture. Il Santuario di Santa Maria delle Armi, a Cerchiara di Calabria, è una di queste; luogo di intensa spiritualità, è situato sulle pendici del Monte Sellaro, una delle cime che compone il massiccio del Pollino. Di rientro da un viaggio nella Calabria della Valle dell’Esaro, ho voluto fermarmi presso il santuario per alcuni scatti e per qualche momento di raccoglimento.
Il santuario di Santa Maria delle Armi
La fondazione del Santuario di Santa Maria delle Armi, che trae la denominazione dell’italianizzazione di “tōn armōn”, delle grotte, si attesta attorno al XV secolo, in una delle zone della Calabria che fu insediamento dei monaci basiliani.
La struttura, evolutasi nel tempo, è posta in posizione dominante rispetto alla Piana di Sibari e guarda il Golfo di Taranto in lontananza. La particolarità delle architetture è uno degli spunti fotografici di maggiore effetto, mixando elementi in stile romanico e gotico, ornamenti gotici e affreschi secolari. Il portone è uno dei manufatti che impreziosisce il luogo di culto, un elemento ligneo che l’artista moranese Silvestro Schifino intagliò nel XVI secolo e che ancora oggi si mostra in grande ed apprezzabile forma.
La funzione del complesso non fu sempre quella di accogliere al suo interno i monaci aderenti alla regola di San Basilio, nel corso degli anni venne adibito a edificio di accoglienza degli orfani e dei poveri, come Pia casa della Carità, funzione che ebbe sino al XIX secolo.
Leggende di Calabria, la Madonna achiropita
All’interno della chiesa, contenuta in una teca, è presente una icona sacra della Madonna col Bambino, la quale è ritenuto essere stata dipinta da soggetto non appartenente al genere umano, ultraterreno. L’opera è realizzata sulla pietra ed è oggetto di venerazione da parte di numerosi pellegrini durante l’anno, che si recano nel santuario per ammirare la Madonna acheropita. Il disegno è alla base di una delle più intriganti leggende di Calabria, secondo cui il sito di costruzione sarebbe stato individuato nel luogo di ritrovamento delle tavole raffiguranti gli Evangelisti. Si decise di erigere una cappella votiva, ma durante i lavori un carpentiere decise di rompere una pietra inutile per il suo operato, la quale, dividendosi a metà, scoprì al suo interno due immagini sacre: la Madonna achiropita ed una di San Giovanni.
Monaci basiliani e il Santuario di Santa Maria delle Armi
Il santuario di Santa Maria delle Armi, nel territorio di Cerchiara di Calabria, origina proprio da uno degli insediamenti eremitici dei monaci basiliani, che nel X secolo si inerpicarono sul Monte Sellaro è ne fecero luogo di dimora e preghiera. Qui, i religiosi di rito bizantino, provenienti dai territori greci, in fuga dalle repressioni ottomane, trovarono le condizioni giuste di pace dove vivere il loro credo. Con essi, fiorì il tessuto sociale e agricolo, i monaci basiliani diffusero nuove tecniche e favorirono lo sviluppo culturale ed economico della Calabria.
Ton armon, delle grotte – Diario di Viaggio
“L’aspra roccia sovrasta l’estesa costruzione, che si compone di alcuni corpi collegati con quello principale, la chiesa. Situato sulle pendici del Monte Sellaro, il Santuario di Santa Maria delle Armi appare come un rocciatore che si sia fermato sulla nuda pietra per riposare, prima di riprendere la salita verso la vetta. La natura del Pollino è avvolgente, così pure il santuario è immerso nel verde, le sue pareti si accostano a quelle della montagna senza predominare per colori o per forme, lineari e pure.
Ton armon
Il silenzio regna sovrano, nessuno che lo spodesti, niente che lo turbi. Ho pronte le macchine fotografiche, rigorosamente settate affinché nulla dell’atmosfera venga compromesso. Sebbene non si presenti come un rifugio dove praticare l’ascetismo, si comprende come questo angolo di Cerchiara di Calabria invogli alla spiritualità più dedita; allo stesso modo si intuisce perché i monaci basiliani abbiano percorso le forme scoscese del Monte Sellaro per dedicarsi alla preghiera nei ripari naturali che la vetta offriva. Tōn armōn (delle grotte), dunque.
L’ingresso è turrito, con orologio, ma fa parte di uno dei corpi abitativi, varcata la soglia un breve percorso si snoda risalendo verso la chiesa. Mi viene in mente, pur accennato, un lavoro di un celebre fotografo di reportage, Saglietti, che ancora oggi sfoglio quando ho dei dubbi sulla mia, di fotografia, sul mio modo di approcciare il reportage. Un giorno ne parlerò diffusamente, promesso. L’articolo continua QUI.
Lasciando fuori l’ego
La chiesa del Santuario di Santa Maria delle Armi è essenziale, ma non manca nulla. Le dimensioni accolgono adeguatamente l’uomo, lasciando fuori l’ego, qui si entra in punta di piedi, con animo aperto alla meditazione.
La semplicità del luogo appaga l’animo, le volte sono affrescate e se ne percepisce la cura. Lì dove c’è l’antico organo, il cielo si squarcia e il dipinto indica la via. Suggestivo. La Madonna col Bambino, realizzata, si ritiene, da mano non umana, incuriosisce a prima occhiata; alla seconda, rapisce. Custodita in una sorta di teca ornata e tenuta da angeli dall’aspetto barocco, l’icona sacra è una flebile immagine mariana che porta a soffermarsi, a concedersi una dose di interiorità cosciente.”. L’articolo continua QUI.
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