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Miglionico, il Castello del Malconsiglio

Il Castello del Malconsiglio, uno dei teatri della Congiura dei Baroni, è il fiero maniero che sorge nel paese di Miglionico e che si affaccia vegliardo sulla Valle del Bradano.
Castello del Malconsiglio - ingresso Foto: Michele Di Mauro
Castello del Malconsiglio - ingresso Foto: Michele Di Mauro

Miglionico, il castello del Malconsiglio: la Congiura dei Baroni. Il centro storico di Miglionico è un apprezzabile esempio di come il nucleo antico rappresenti il passato di un paese. Non solo, anche di quanto l’importanza della storia e delle tradizioni del paese debba essere considerata quando si opera nella città antica di un comune. Certo, non sempre è possibile unire salvaguardia e soluzioni di recupero, così come molto spesso le opere di modernizzazione hanno cancellato l’identità dei borghi. Miglionico, in buona parte, è un comune virtuoso in questo senso. Le vie del centro storico sembrano condurre verso la parte alta, dove sorge il fiero fortilizio.

Miglionico, il Castello del Malconsiglio

Il Castello del Malconsiglio si erge imponente su una rupe ed offre un’intrigante veduta panoramica sulla vallata. La sua struttura architettonica riflette le diverse epoche storiche che lo hanno plasmato, rendendolo un caso significativo di architettura fortificata. La struttura originaria, risalente all’epoca longobarda, presentava un impianto a parallelogramma, come evidenziato da studi archeologici e documentali. Nel corso del tempo, il castello ha subito ampliamenti e trasformazioni, in particolare nel XII e XV secolo, che ne hanno modificato l’aspetto e la funzionalità. Così, la stratificazione delle modifiche è in alcuni punti visibile e contribuisce a segnare il passato del forte, accrescendone l’aura di fascinosa storicità.

Le soluzioni architettoniche del castello sono contraddistinte da una combinazione di elementi difensivi e residenziali, frutto di una costante evoluzione. Le mura perimetrali, rafforzate da torri a sezione quadrata e circolare, testimoniano la funzione militare del maniero. All’interno, si possono ammirare ambienti di diverse epoche, come la Sala della Stella o degli Spiriti, dalla splendida volta stellata e la Sala del Malconsiglio. Quest’ultima, nel XV secolo fu teatro della vicenda storica nota con il nome di Congiura dei Baroni.

La struttura

L’accesso principale al castello si trova sul lato nord-est, una modifica apportata in seguito al terremoto del 1857 che distrusse l’ingresso originario, situato a sud. L’ingresso attuale conduce a una lunga e ampia gradinata, progettata per consentire anche il passaggio di cavalieri, che conduce al piano superiore.
Il piano superiore ospita le stanze signorili, tra cui l’androceo e il gineceo, spazi riservati rispettivamente agli uomini e alle donne della corte.

Un affaccio sulla Valle del Bradano

La rigogliosa e vitale vallata su cui affaccia il castello di Miglionico, è quella formata dallo scorrere incessante del fiume omonimo. La Valle del Bradano segue il principale corso d’acqua della Basilicata e si colloca tra le terre basilische e la Puglia. L’area bradanica, da sempre culla di insediamenti umani, è costellata di gemme di rara bellezza, da paeselli arroccati sulle rocce, sino a zone boschive rigeneranti. Il fiume, con un bacino idrografico di oltre duemilasettecento chilometri quadrati, crea le condizioni per una rilevante biodiversità, che si snoda attraverso un corso caratterizzato da una morfologia variegata e per questo panoramicamente incantevole.
Nei secoli, questi luoghi hanno segnato il confine naturale di diverse regioni storico-geografiche ed enti della gestione territoriale, basti esemplificare la Terra d’Otranto e la Lucania, assumendo il ruolo di crocevia nello spostamento di persone e nella circolazione delle merci. Oggi la Valle del Bradano si osserva nella sua placida conformazione, tra ampie distese di campi coltivati, intervallate da calanchi e gravine.

Perché “Castello del Malconsiglio”: la Congiura dei Baroni

Le radici della congiura affondano nel contesto politico dell’epoca, segnato dall’ascesa al trono di Ferrante I d’Aragona. Il sovrano, animato da una ferma volontà di centralizzare il potere, intraprese una serie di riforme che miravano a ridurre l’autonomia dei baroni. Tale politica, percepita come una minaccia all’ordine tradizionale, generò un profondo malcontento tra i feudatari, che vedevano erodersi i propri diritti e la propria influenza. Il complotto, che prende il nome di Congiura dei baroni, rappresentò, dunque, l’apice di tensioni secolari tra la monarchia e la nobiltà feudale, desiderosa di preservare i propri privilegi.

In questo clima di crescente tensione, emerse la figura di Antonello Sanseverino, principe di Salerno, che si erse a leader della fazione baronale. Abile stratega e politico, Sanseverino seppe coagulare il malcontento dei nobili, stringendo alleanze e intessendo trame che miravano a rovesciare il potere aragonese.

La cospirazione del 1485, tuttavia, non rimase confinata nei palazzi nobiliari, ma si estese anche al di fuori dei confini del regno, coinvolgendo potenze straniere come il papato e la Repubblica di Venezia. L’obiettivo era quello di creare un fronte comune contro Ferdinando Trastámara d’Aragona (questo il nome per esteso di Ferrante), isolandolo politicamente e militarmente. Nonostante la vasta rete di alleanze, la Congiura dei Baroni non sortì gli effetti sperati. Ferdinando I, dimostrando grande arguzia, seppe far fronte alla situazione, combinando in una efficace sintesi diplomazia e uso della forza. La repressione che seguì fu incisiva, tale da dissuadere i feudatari da ulteriori moti riottosi, con numerosi baroni arrestati, esiliati o giustiziati.

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