Castello ducale di Bovino, il maniero solitario. La fortezza, dall’alto dello sperone roccioso che occupa, si affaccia su una porzione di Puglia dalle forme e dai colori che incantano. L’importanza strategica del passato, la mole che si impone sulla Valle del Cervaro, sono alcuni degli elementi che contribuiscono a mantenerne invariato il fascino.
Castello ducale di Bovino, la storia
La struttura originaria fu eretta in epoca normanna, ma subì numerose trasformazioni nel corso dei secoli, assumendo l’aspetto attuale solo nel XVI secolo, quando fu trasformato in palazzo nobiliare dalla famiglia spagnola dei Guevara, che lo elessero a propria residenza stabile. Il castello ducale di Bovino poggia su di una preesistente fortificazione di epoca romana, di cui non rimangono resti visibili. Bovino, infatti, fu centro osco-sannita con il nome di Vibinum, ed in seguito ricostruita dai Romani, all’indomani della sua conquista. La posizione strategica dell’incastellamento permise di controllare per secoli il Vallo di Bovino, punto di passaggio obbligato tra Tirreno e Adriatico.
Nel corso dei secoli, il castello fu ampliato e trasformato, passando per diverse dominazioni e l’edificio più volte rimaneggiato ed adattato alle esigenze difensive, mutate nel tempo. A partire dal 1575, con l’arrivo dei Guevara, il castello fu trasformato in una sontuosa residenza ducale, con la creazione di un ampio corpo di fabbrica in stile seicentesco sul lato est e sud. Nel XVIII secolo fu aggiunta la torre dell’orologio e fu creato un elegante giardino pensile. Il castello ha ospitato nel corso dei secoli importanti personaggi storici, tra cui Manfredi, figlio di Federico II, diversi sovrani angioini, ed importanti letterati come Torquato Tasso e Giovan Battista Marino.
Castello ducale di Bovino, l’architettura
Il castello di Bovino si mostra con la sua fierezza ed in una forma eccellente, che fa apparire leggeri i secoli di storia che compongono il suo bagaglio. In cima al viale che si percorre per raggiungerlo, esso svetta con aria tranquilla e rassicurante, in una giornata con appena pochi spiragli di sole, l’aura di mistero si fa più consistente. Il fortilizio è maestoso e la sua articolazione interessante, pur se al momento della visita, alcune porzioni erano interdette per via di lavori conservativi.
Tra gli elementi architettonici di rilievo, spicca la torre normanna, sostenuta da un possente barbacane di forma piramidale. Le strutture del castello si integrano armoniosamente con la roccia sottostante, conservando i giardini pensili che aggiungono un tocco di gusto al complesso. Dalle sue terrazze, lo sguardo si perde sulla valle, un tempo teatro delle scorribande di briganti. Fino all’Unità d’Italia, difatti, questi assalivano e depredavano le carovane dirette dalla Campania verso la costa adriatica, costrette a transitare per questo stretto e pericoloso passaggio montano.
Bovino, passato attorno al castello ducale
Il centro pugliese si colloca in una delle zone paesaggisticamente più intriganti del foggiano. Il borgo, che risale verso il castello, si presenta come un manto di case adagiato sui Monti della Daunia, creando uno scorcio di meraviglioso Meridione. In quest’angolo di Puglia, non solo natura ed opera umana, ma anche storia. Sin dal dominio romano, Bovino fu teatro di scontro durante le guerre sannitiche. Il borgo ebbe, altresì, una parte nello scenario bellico punico; durante la seconda guerra Annibale vi si accampò prima della battaglia di Canne.
Nel corso dei secoli, Bovino subì numerose dominazioni e devastazioni. Conquistata dai Longobardi, fu successivamente assediata e distrutta dai Bizantini nel VII secolo durante le loro campagne militari. Tuttavia, grazie all’intervento dell’imperatore Basilio I due secoli più tardi, la città conobbe una fase di rinascita: le mura furono ricostruite e le strade tracciate con quel caratteristico andamento tortuoso che ancora oggi contraddistingue il centro storico. Nella seconda metà del X secolo, il longobardo Pandolfo Testadiferro, con l’ausilio di Ottone I di Sassonia, strappò Bovino ai Bizantini, riportandola sotto la sovranità del Ducato di Benevento. Pochi decenni dopo, nel 1045, Drogone d’Altavilla assediò la città, uno degli ultimi baluardi bizantini, e la rase al suolo. Sulle sue rovine, Bovino venne nuovamente edificata assieme al castello ducale, assumendo progressivamente l’aspetto che oggi con piacere si ammira.
Bovino tra I Borghi più Belli d’Italia
Oggi, passeggiando per le stradine lastricate di ciottoli del centro storico, si possono ammirare gli oltre ottocento portali in pietra che adornano le facciate degli edifici, testimonianza dell’abilità degli scalpellini locali. L’atmosfera che si respira è quella di un borgo che ha saputo conservare intatta la sua identità, offrendo al visitatore vedute che ammaliano lo sguardo e un patrimonio culturale di inestimabile valore. Ciò è valso il riconoscimento dell’importanza del paese. Bovino è entrato a far parte del prestigioso elenco dell’associazione I Borghi più Belli d’Italia, oltre ad aver conquistato con onore la Bandiera Arancione, assegnata dal Touring Club Italiano.
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