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L’altra Orvieto – parte I

Orvieto, Umbria. Un borgo dalle medievali sfumature architettoniche, splendidamente conservato e fascinosamente vitale. Un viaggio all’interno della quotidianità di questo scrigno di storia nella provincia di Terni.
Orvieto, mercato Foto: Michele Di Mauro
Orvieto, mercato Foto: Michele Di Mauro

L’altra Orvieto, frammenti di vita ordinaria. Il paese umbro è senz’altro una delle realtà più affascinanti della Penisola; le sue vie riportano indietro nel tempo, calano in una dimensione dove ad ogni passo si ammirano scorci pregni di storicità. Orvieto non è solo questo, però. Il borgo è anche un vitale tessuto urbano dove la gente beneficia dei servizi quotidiani; qui i profumi di un centro storico non solo mozzafiato nella sua veduta, sono caratterizzati da note di cucina semplice e non esclusivamente da quelle dei ristoranti. Studi professionali, botteghe, negozi, creano un viavai gradevole a qualunque ora.
L’intento di questo reportage è quello di offrire, accanto ad alcune istantanee delle architetture ricercate di Orvieto, anche una diversa prospettiva. Accanto ad un breve spaccato del pacifico movimento che caratterizza le vie lontane dal corso principale, alcuni momenti di centralità. Monumenti, strade principali e piazze in un giorno di vita ordinaria.

L’altra Orvieto

Umbria, provincia di Terni. Orvieto sa essere multiforme. Meta di masse che si riversano all’interno dei vicoli per assaporarne la magia medievaleggiante, soffermandosi solo per alcuni attimi necessari allo scatto di una foto. Luogo di passeggio che rasserena i sensi e ammalia per la bellezza dei suoi portici, delle residenze nobiliari, delle chiese. Ancora, città antica brulicante ma senza ritmi forsennati. Sarà forse questo che strega?
Il titolo “L’altra Orvieto” non è casuale ed origina da immagini raccolte durante le ore trascorse nella cittadella. In giorni del tutto ordinari, senza particolari ricorrenze, ho provato a catturare un pizzico dell’essenza di “ordinaria specialità”. Intenzionato a perdermi al di fuori del tracciato più battuto, mi sono messo in cerca di elementi che creassero un parallelo tra la meraviglia delle strutture antiche e le consuetudini di vita. Ne è emerso un giocoso puzzle tra abitudine e passato illustre.

Frammenti di storia

La storia di Orvieto, infatti, è ricca e di spicco, l’incantevole borghetto la racconta ogni giorno a coloro che prestano orecchio per ascoltare.
La città umbra sorge maestosa su un’imponente rupe di tufo, testimone silente di millenni di storia. Le sue origini si perdono nella notte dei tempi, quando le prime comunità villanoviane, antenate degli Etruschi, si insediarono su questa altura strategica, attratte dalla difesa naturale offerta e dalla fertilità delle terre circostanti. Dopo un lungo assedio, i Romani conquistarono il sito, ribattezzandolo Urbs Vetus, città vecchia. Nonostante la dominazione romana, la città mantenne una certa autonomia e continuò a prosperare, grazie alla sua posizione strategica lungo la via Cassia.
Con la caduta dell’Impero Romano d’Occidente, Orvieto conobbe un periodo di instabilità, passando sotto il dominio di Goti, Bizantini e Longobardi. Tuttavia, a partire dall’XI secolo, la città si affermò come libero comune, divenendo un importante centro politico e religioso. La sua posizione al confine tra il territorio papale e quello imperiale la rese teatro di scontri tra guelfi e ghibellini, ma anche un rifugio sicuro per i papi in fuga da Roma.

La fine di un’era

Il XIII e XIV secolo furono l’epoca d’oro di Orvieto, quando la città raggiunse il suo massimo splendore artistico e culturale. La costruzione del Duomo, uno dei capolavori del gotico italiano, e la presenza di artisti come Simone Martini e Luca Signorelli testimoniano la ricchezza e la vitalità della città. Tuttavia, a partire dal XVI secolo, Orvieto conobbe un lento declino, a causa della perdita di importanza politica e delle pestilenze che decimarono la popolazione.

Frammenti di vita quotidiana, l’altra Orvieto – Diario di Viaggio

Non ho mete, mi dirigo dove soffia un vento che porta profumi più veri. Mi inoltro nella città vecchia di Orvieto, incuriosito dai ritmi placidi che mi scorrono dinanzi. Anche i passi delle persone riecheggiano con cadenza tranquilla. Sarà l’orario, sarà l’ordinarietà di questa giornata, ma non c’è traccia di quella fibrillazione a cui ho assistito in passato. Bene, posso scattare con più passione e meno fretta. Ritagliarsi un momento in più per fotografare senza riprendere un’artificiosa calca non è facile, spesso.
Fragranze di quotidiana esistenza rendono il passeggio un’esperienza familiare, mentre la luce fa capolino dalle alte costruzioni, creando giochi di luce intriganti. C’è un mercato, simbolo della più bella normalità, decido di includerlo in qualche scatto; è una testimonianza di come anche i borghi più turistici abbiano una preziosa dimensione di abituale vita.”.

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