Carlo Levi ad Aliano, Cristo si è fermato a Eboli, uno spaccato di Basilicata. Aliano, bellezza del materano che si erge sul paesaggio argilloso dei calanchi, è un borgo dai brevi confini, raccolto su di uno sperone ad oltre cinquecento metri di altitudine. Percorrendo il tragitto che conduce alle porte del paese si viene accolti da una panoramica salita e da, via via, costruzioni che sembrano aver trovato il modo di bloccare le lancette. L’impressione è quella di immergersi in una realtà dai ritmi placidi e dal tempo cristallizzato.
Con queste premesse non c’è da stupirsi che Carlo Levi ambientò ad Aliano il suo romanzo più celebre, Cristo si è fermato a Eboli.
Il confino di Carlo Levi ad Aliano
Levi fu artista poliedrico, pittore ancor prima che scrittore, protagonista del Novecento. La penna torinese visse il ventennio fascista con spirito oppositivo, tanto da essere arrestato in più occasioni e da vedersi confinare a Grassano. Successivamente, il Prefetto di Matera decise per lo spostamento ad Aliano, giacché Grassano non distava molto dallo scalo ferroviario ed una eventuale fuga sarebbe stata più semplice. Trascorsero, così, lunghi mesi di confino, tra il 1935 e il 1936, quando il Governo gli concesse la grazia, permettendogli di espatriare. Durante il tempo trascorso in Basilicata osservò costantemente colori, luoghi, e tradizioni. Lo scrittore, nel libro Cristo si è fermato a Eboli, offre una lucida descrizione della misteriosa Lucania, zona d’Italia dagli usi diversi dal Piemonte da cui egli proveniva, dando rilievo al fascino misterioso della regione storico-geografica.
Cristo si è fermato a Eboli
L’esperienza del confino nelle terre della Basilicata, donò ispirazione all’autore per il suo capolavoro, il coinvolgente romanzo Cristo si è fermato a Eboli, capace di trasmettere al lettore la magia che permeava il Sud Italia durante nella prima metà del Novecento. Edito nel 1945, il titolo rimanda ai riti, al misticismo di rimando pagano che si lega alla fede, ai riti difficili da comprendere per un uomo del Nord Italia, alle genti che sembrano essersi arrese a una esistenza dura e contadina tra i colli argillosi dei Calanchi.
Uno stranito Levi scrive a quasi un quarto di libro uno dei miei passi preferiti: “I contadini risalivano le strade con i loro animali e rifluivano alle loro case, come ogni sera, con la monotonia di una eterna marea, in un loro oscuro, misterioso mondo senza speranza.”. E ancora, poco dopo, “Il cielo era rosa verde e viola, gli incantevoli colori delle terre malariche, e pareva lontanissimo.”.
Il Parco letterario Carlo Levi
Il Parco letterario Carlo Levi è un itinerario di cultura tra le strade di Aliano, alla scoperta dei luoghi descritti nel suo romanzo, passando per la casa dove trascorse il suo confino, visitabile e dalla quale si gode una veduta incantevole sul paesello lucano e sulla natura caratteristica del luogo. Un buon tributo ad un’opera meravigliosa e che ho amato.
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