Dracula ad Acerenza, leggenda e progettualità. Le leggende sono sempre avvincenti, fanno presa nel nostro immaginario più fantasioso o recondito, amplificano vizi e virtù, esaltano pregi e difetti. Alcune di queste, però, possono farci mettere in discussione quello che crediamo certo. Cosa penseremmo, infatti, se scoprissimo che un pezzo di Romania è vicino a noi? E se venissimo a conoscenza che parte della stirpe di Dracula riposa nella nostra città? La Basilicata è una regione da scoprire, per le sue bellezze e per i racconti che ne avvolgono la storia, contenitore di luoghi dove coltivare il turismo lento.
La cripta draculea della cattedrale di Acerenza
Gli indizi che portano a ritenere che la stirpe di Dracula sia sepolta nella cripta della cattedrale di Santa Maria Assunta e San Canio ad Acerenza sono molteplici, e alimentando fascino e curiosità nei visitatori. All’ingresso della chiesa, una scultura lapidea pare raffigurare l’atto di un morso da parte di una creatura ad una donna, mentre altri elementi dell’interno destano stupore. Alcuni dipinti, in effetti, sembrerebbero rimandare al culto dei Santi Giorgio e Andrea, patroni della Romania, nazione di provenienza di Vlad Tepes III di Valacchia, da cui Bram Stoker trasse ispirazione per il romanzo Dracula.
La più suggestiva delle tesi risulta essere quella legata alla figlia di Dracula, Maria Balsa, nobile data in sposa a Giacomo Alfonso Ferrillo dal nonno Vlad II, dopo averla scortata in Italia ed affidata ad Alfonso d’Aragona, Re di Napoli. La contessa Balsa avrebbe dato impulso ai lavori per il restauro della cattedrale, all’interno della quale vi sarebbero dei rimandi alla stirpe draculea, come il dragone alato, simbolo dell’Ordine del Drago, che Vlad II e il regnante aragonese contribuirono a fondare. La nobildonna, troverebbe riposo eterno nella cripta della cattedrale acheruntina.
A stimolare ulteriormente l’immaginazione e creare alone di mistero attorno alla cripta della cattedrale di Acerenza, partecipano l’arcano volto dalla barba a riccio e le narici dilatate affrescato vicino ai ritratti dei conti Ferrillo e Balsa, come un parente prossimo, ed un particolare gioiello. Quest’ultimo, indossato dalla Madonna nell’affresco dell’Adorazione dei Magi, sarebbe strettamente somigliante a quello indossato da Vlad III nel suo più celebre dipinto.
Il conte Vlad, dalla Romania ad Acerenza: Sulle orme di Dracula in Europa
Il personaggio storico, protagonista del libro Dracula di Bram Stoker, torna a far parlare di sé per un la centralità assunta in un progetto che porta a stabilire un legame tra la Basilicata e la Transilvania, l’Italia con la Romania.
Il conte vampiro sarebbe il fulcro di un progetto “Sulle orme di Dracula in Europa” nato tra alcune associazioni e orientato a valorizzare il patrimonio culturale (e in questo caso anche leggendario) della Basilicata e nello specifico di Acerenza, con la fondazione del “Palazzo Dracula”, ove saranno riprodotti gli arredamenti, i simboli esoterici e le ambientazioni di una residenza draculea.
L’asse Acerenza – Romania
L’asse Acerenza-Romania si basa sull’Albero della famiglia Dragona, documento rinvenuto dalla famiglia Glinni, che ha dato slancio a questa iniziativa, promossa per favorire il turismo in Basilicata.
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